Passai l'estate dei miei diciotto anni fotografando in lungo e in largo le ricchezze artistiche del mio paesello; fu la spinta a lasciare una scuola che non amavo e buttarmi nel lavoro. Oggi mi ricapitano inaspettatamente tra le mani quegli scatti di un tempo lontano, e ne segue un certo smarrimento: la qualità media è francamente orribile, anche calcolando i miseri mezzi di allora; ma la valutazione oggettiva di oggi non riesce a guastare più di tanto la tenerezza della memoria. Mi fa piacere riproporre un piccolo saggio.