E' un momento in cui chi fa il mio lavoro non può limitarsi a mandare avanti la baracca; sedersi oggi potrebbe significare non rialzarsi domani.
Le rivoluzioni rischiano di passare inosservate finché non è troppo tardi; penso ai fotografi che quindici anni fa guardavano al digitale con scetticismo, e penso alla fine che molti di essi hanno fatto (o si sono riconvertiti in fretta e in furia, o hanno dovuto anticipare la pensione); oggi, benché sfugga ai più, è in atto una metamorfosi del settore da far impallidire la svolta di qualche anno fa; se il digitale in fondo ha "solo" sostituito il rullino con una scheda, e la camera oscura chimica con quella elettronica, oggi sta cambiando sotto i nostri occhi la materia stessa dell'immagine, il suo modo di farla e consumarla.
Oggi nessuno si sorprende più di pubblicità dove una automobile vola, si trasforma in un robot, o balla una break dance; illudersi che queste trasformazioni del linguaggio non abbiano a breve ricadute nella nostra professione, vuol dire non avere imparato dal passato.
Ecco dunque che gli esami non finiscono mai, ed ecco il momento di dire a Mr. Photoshop di farsi un po' da parte, è giunta l'ora di esplorare nuovi territori e nuove dimensioni.
Mi scuso per questa digressione "strategica", forse era meglio lasciare il lavoro fuori da quest'angolo, ma il lavoro è la mia vita, e mi segue ovunque:-)