Una classica scena delle nostre campagne, un negativo ritrovato in fondo a un cassetto, un'altra botta di nostalgia per un mondo e un tempo che non esistono più, quando potevi incontrare un vecchio per via, e senza bisogno di presentazioni ti fermavi a chiacchierare dei campi, della siccità, o del nulla.
Un tempo pieno di odori, di ascolto, di silenzio e di rumori di fondo molto diversi dai nostri; ho scritto trenta anni fa, ma magari sono 40, 50, o 100;
Un tempo pieno di odori, di ascolto, di silenzio e di rumori di fondo molto diversi dai nostri; ho scritto trenta anni fa, ma magari sono 40, 50, o 100;
Forse sono trenta anni, oppure, chissà, sono meno, molti meno...forse è solo la scorsa settimana, e la scena non affonda nella memoria, ma si svolge sotto i nostri occhi distratti del 2012; quei vecchi esistono ancora, e il loro sguardo vaga sui campi proprio come un tempo; scrutano le nuvole come sempre, ignari dei complotti meteo e delle scie chimiche (ma per la verità i primi a lamentarsi dei cambiamenti climatici causati dai "missili" furono proprio i contadini nei primi anni '60); forse siamo solo noi a non avere più tempo e voglia di fermarci a parlare, e se lo facessimo susciteremmo una istintiva diffidenza, viste le notizie di cui si sente ogni giorno; forse dovremmo rallentare e provare di nuovo a scambiarci umanità, e magari il cammino oltre quella siepe non ci farebbe più tanta paura.