-Pronto? Il signor Castignani? Sono (...) di Radio M., mi ha dato il suo contatto Monsignor B. Mi ha detto che lei ha dei bei fotocolor della Cappella (...), e vorremmo pubblicare un paio di immagini in un libro di preghiere che stiamo preparando.
l'accento è nordico, e il tono è frizzante, da manager che ha poco tempo per le indecisioni.
-Senta, noi saremo in Umbria la settimana prossima (nei primi anni '90 settimana prossima non aveva ancora perso l'articolo determinativo), se lei avesse tempo di incontrarci, eviteremmo la spedizione; in più, visto che lei è un fotografo, porti la macchina fotografica, che andiamo ad incontrare una veggente, e potrebbe essere una cosa interessante.
Un po' sorpreso, ma incuriosito, acconsentii.
Appuntamento davanti a una concessionaria auto; rapido scambio di presentazioni con due gentili signori, che, accennando all'orologio, si affrettano a risalire in macchina, e mi fanno segno di seguirli. Dopo pochi chilometri di strada asfaltata imbocchiamo una stradetta di campagna, e la percorriamo fino a quando un gran numero di automobili parcheggiate, alla meno peggio, in prossimità di un casolare ristrutturato, ci fa capire che siamo arrivati a destinazione. Scendo dalla macchina, e vedo che i due signori prendono dal bagagliaio della station wagon una piccola cassa di legno ciascuno. Qualcuno ci fa strada, e attraversiamo un ampio salone in penombra; lungo le pareti, sedie e panche; alcune decine di persone, quasi tutte donne, pregano sottovoce con il rosario in mano.
Raggiungiamo una saletta appartata. Qua i due uomini appoggiano le casse su un tavolo e tolgono i coperchi; all'interno, tra trucioli di legno, due statue in maiolica raffiguranti la Madonna. Si scambiano qualche parola di cui fatico a cogliere il senso, e tutti e tre torniamo all'aperto.
Dopo una certa attesa, qualcuno ci avverte che la persona che stiamo attendendo sta per scendere.
Di lì a qualche istante, dalla scala esterna del casolare, ho anch'io la mia brava apparizione.
Bionda, alta, occhi chiarissimi, scende i gradini con dignità regale; il suo sguardo ci soppesa freddamente, e non lascia trapelare emozioni di sorta; di certo, non ne traspare cordialità. Si presenta e ci da la mano. Il suo nome allora non mi disse nulla. Poco informato di eventi prodigiosi, ero rimasto ai fatti di Lourdes e Fatima, e ho dovuto attendere molti anni prima di rivedere quegli occhi di ghiaccio, stavolta non di persona, ma in programmi di inchiesta che la mettevano al centro di controverse vicende tra il sacro e il profano, e soprattutto a capo di un vertiginoso giro di dubbi affari, e di un impero economico tutto basato sulle apparizioni mariane di cui era stata oggetto e testimone.
Ma torniamo alle campagne umbre, e rechiamoci tutti e quattro, passando stavolta da un accesso esterno, alla saletta dove ci attendono le casse con il loro prezioso contenuto.
I due uomini tirano fuori le statue, le mettono dritte, e cercano ansiosi un parere da chi ha goduto di un privilegiato punto di osservazione, dando il via a una delle conversazioni più surreali cui abbia assistito. Farò del mio meglio per riportare i passaggi di cui ho memoria:
-Può andare bene, l'insieme?
(con accento slavo, e aria più scettica che convinta)
-Si, più o meno...
-...e il colore della nuvola?
(con il tono scocciato di chi abbia già dovuto ripetere molte volte lo stesso concetto a un uditorio di sciocchi)
-Quello è colore che io mai visto qua sulla terra, dunque si, può andare bene, ma non è uguale; ma non è importante perché tanto non può essere uguale, e allora uno vale l'altro...
-...e la posizione delle mani? come le teneva quando le parlava?
-Allora! Madonna non è come Italiani che parlano con mani! (pausa) Ma comunque, si, anche qui non è importante, può andare bene anche così, questa meglio forse, delle due.
I due signori, un poco abbattuti e spiazzati dalle secche risposte della veggente, cercarono comunque di tirare le fila:
-Dunque, se abbiamo capito bene, questa è quella più fedele, e la teniamo come campione. L'altra, a questo punto, la doniamo ai padroni di casa.
Fu come se una botola si fosse spalancata sotto i nostri piedi.
-Ah, si? -il tono era sferzante- tu regali statua a padroni di casa? Allora, prossima volta, tu chiedi a padroni di casa come è madonna!
E girò i tacchi. E andò certamente a rastrellare le "offerte" delle decine di devote in spasmodica attesa.
I due signori di Radio M., a quel punto mi fecero quasi tenerezza; si scambiavano sguardi smarriti chiedendosi dove avessero sbagliato. Chiesero scusa anche a me, non solo perché non si era presentata l'occasione (in cui speravano) di qualche bello scatto con la testimonial della loro impresa, ma anche perché mi ero trovato ad assistere a un siparietto così poco edificante.
Ma mi sentii di rassicurarli: a me, agnostico di coccia dura, uno spettacolo più gustoso e memorabile non potevano offrirlo. Ed è per questo, che pur in assenza di qualunque testimonianza fotografica, ho voluto eternarlo anche per i miei 21 lettori (25 se ne attribuiva Alessandro Manzoni, 23 Giovannino Guareschi che non se la sentiva di mettersi alla pari, e a me non rimane altro che accodarmi).
l'accento è nordico, e il tono è frizzante, da manager che ha poco tempo per le indecisioni.
-Senta, noi saremo in Umbria la settimana prossima (nei primi anni '90 settimana prossima non aveva ancora perso l'articolo determinativo), se lei avesse tempo di incontrarci, eviteremmo la spedizione; in più, visto che lei è un fotografo, porti la macchina fotografica, che andiamo ad incontrare una veggente, e potrebbe essere una cosa interessante.
Un po' sorpreso, ma incuriosito, acconsentii.
Appuntamento davanti a una concessionaria auto; rapido scambio di presentazioni con due gentili signori, che, accennando all'orologio, si affrettano a risalire in macchina, e mi fanno segno di seguirli. Dopo pochi chilometri di strada asfaltata imbocchiamo una stradetta di campagna, e la percorriamo fino a quando un gran numero di automobili parcheggiate, alla meno peggio, in prossimità di un casolare ristrutturato, ci fa capire che siamo arrivati a destinazione. Scendo dalla macchina, e vedo che i due signori prendono dal bagagliaio della station wagon una piccola cassa di legno ciascuno. Qualcuno ci fa strada, e attraversiamo un ampio salone in penombra; lungo le pareti, sedie e panche; alcune decine di persone, quasi tutte donne, pregano sottovoce con il rosario in mano.
Raggiungiamo una saletta appartata. Qua i due uomini appoggiano le casse su un tavolo e tolgono i coperchi; all'interno, tra trucioli di legno, due statue in maiolica raffiguranti la Madonna. Si scambiano qualche parola di cui fatico a cogliere il senso, e tutti e tre torniamo all'aperto.
Dopo una certa attesa, qualcuno ci avverte che la persona che stiamo attendendo sta per scendere.
Di lì a qualche istante, dalla scala esterna del casolare, ho anch'io la mia brava apparizione.
Bionda, alta, occhi chiarissimi, scende i gradini con dignità regale; il suo sguardo ci soppesa freddamente, e non lascia trapelare emozioni di sorta; di certo, non ne traspare cordialità. Si presenta e ci da la mano. Il suo nome allora non mi disse nulla. Poco informato di eventi prodigiosi, ero rimasto ai fatti di Lourdes e Fatima, e ho dovuto attendere molti anni prima di rivedere quegli occhi di ghiaccio, stavolta non di persona, ma in programmi di inchiesta che la mettevano al centro di controverse vicende tra il sacro e il profano, e soprattutto a capo di un vertiginoso giro di dubbi affari, e di un impero economico tutto basato sulle apparizioni mariane di cui era stata oggetto e testimone.
Ma torniamo alle campagne umbre, e rechiamoci tutti e quattro, passando stavolta da un accesso esterno, alla saletta dove ci attendono le casse con il loro prezioso contenuto.
I due uomini tirano fuori le statue, le mettono dritte, e cercano ansiosi un parere da chi ha goduto di un privilegiato punto di osservazione, dando il via a una delle conversazioni più surreali cui abbia assistito. Farò del mio meglio per riportare i passaggi di cui ho memoria:
-Può andare bene, l'insieme?
(con accento slavo, e aria più scettica che convinta)
-Si, più o meno...
-...e il colore della nuvola?
(con il tono scocciato di chi abbia già dovuto ripetere molte volte lo stesso concetto a un uditorio di sciocchi)
-Quello è colore che io mai visto qua sulla terra, dunque si, può andare bene, ma non è uguale; ma non è importante perché tanto non può essere uguale, e allora uno vale l'altro...
-...e la posizione delle mani? come le teneva quando le parlava?
-Allora! Madonna non è come Italiani che parlano con mani! (pausa) Ma comunque, si, anche qui non è importante, può andare bene anche così, questa meglio forse, delle due.
I due signori, un poco abbattuti e spiazzati dalle secche risposte della veggente, cercarono comunque di tirare le fila:
-Dunque, se abbiamo capito bene, questa è quella più fedele, e la teniamo come campione. L'altra, a questo punto, la doniamo ai padroni di casa.
Fu come se una botola si fosse spalancata sotto i nostri piedi.
-Ah, si? -il tono era sferzante- tu regali statua a padroni di casa? Allora, prossima volta, tu chiedi a padroni di casa come è madonna!
E girò i tacchi. E andò certamente a rastrellare le "offerte" delle decine di devote in spasmodica attesa.
I due signori di Radio M., a quel punto mi fecero quasi tenerezza; si scambiavano sguardi smarriti chiedendosi dove avessero sbagliato. Chiesero scusa anche a me, non solo perché non si era presentata l'occasione (in cui speravano) di qualche bello scatto con la testimonial della loro impresa, ma anche perché mi ero trovato ad assistere a un siparietto così poco edificante.
Ma mi sentii di rassicurarli: a me, agnostico di coccia dura, uno spettacolo più gustoso e memorabile non potevano offrirlo. Ed è per questo, che pur in assenza di qualunque testimonianza fotografica, ho voluto eternarlo anche per i miei 21 lettori (25 se ne attribuiva Alessandro Manzoni, 23 Giovannino Guareschi che non se la sentiva di mettersi alla pari, e a me non rimane altro che accodarmi).